I testamenti

Margaret Atwood dopo oltre trent’anni torna a raccontarci di Gilead con I testamenti.

Questo romanzo non è infatti altro che il sequel de Il racconto dell’ancella dato alle stampe nel lontano 1985.

i testamenti

I testamenti: la trama

La vicenda ambientata una ventina di anni dopo il primo romanzo viene narrata da tre voci diverse.

La terrbile Zia Lydia che è uno dei capisaldi del regime, la giovane Agnes che fa parte della seconda generazione nata e cresciuta all’interno del regime e Daisy che invece vive in Canada e ho studiato Gilead sui banchi di scuola.

Poco alla volta scopriamo chi è davvero Zia Lydia e che le sue idee sul regime non sono quelle che appaiono. LE due ragazze legate da un filo inaspettat saranno lo strumento che Zia lydia userà per innescare un vero cambiamento.

La recensione

Il raccono dell’ancella è un pugno nello stomaco. Lo è ancor di più in questo momento in cui negli Stati Uniti è stato abolito il diritto all’aborto.

Sebbene si tratti di un romanzo distopico è in grado di trasmetterci paura che oggi sentiamo come reali.

Mi aspettavo quindi grandi cose da questo seguito. Ma dopo averlo letto sono indotta a credere che la Atwood si sia forse lasciata condizionare dal successo della trasposizione televisiva del primo romanzo e che questo l’abbi aindotta a tornare sui suoi passi lì dove invece non era necessario.

I testamenti infatti nulla aggiunge di importante a quello che è stato raccontato in passato. Al contrario mette troppa carne al fuoco entrando in dettagli che rendono il romanzo a volte banale.

Coincidenze, espedienti irragionevoli, una serie di colpi di scena forzati ed anche troppo scpntati rendono questo romanzo non solo non all’altezza del precedente ma anche sostanzialmente inutile.

Perchè se da un lato il suo unico punto di interesse è quello di farci intravedere come sia stata piegata la volontà delle donne che hanno collaborato con il regime dall’altro le azioni delle protagoniste sembrano dettate unicamente dalla necessità di dover in qualche modo trovare una chiusura del cerchio senza che questo implichi da parte loro troppa consapevolezza.

Il libro si lascia leggere con facilità ed anche piacere ma giunti alla fine è inevitabile, a parer mio, un senso di delusione.

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