Le compagne di scuola

Uscito da pochissimo in libreria Le compagne di scuola di Dora Helt.

La Healt ha lavorato come libraia prima di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Circostanze questa irrilevante rispetto al libro, ma visto che per una volta ho involontariamente saputo qualcosa sulla biografia dell’autrice ne rendo edotti anche voi.

Le compagne di scuola : la trama

Doris sta per compiere cinquant’anni e non la sta vivendo affatto bene.

Insoddisfazioni a carattere personale si sommano alla percezione dell’età che avanza.

le compagne di scuola

Così Doris decide di organizzare un week end fuori proprio in occasione della non tanto felice ricorrenza con due sue ex compagne di liceo a cui è rimasta molto legata: Anke d Katjia.

La rimpatriata diventerà per tutte e tre occasione di riflessione sulla propria vita e scintilla per una rinascita.

Recensione

Diciamocelo: il tema delle tre amiche dai caratteri diversi che si compensano a vicenda è visto e rivisto.

Ne avrà letti di libri simili la Heldt mentre faceva la libraia.

Per sua fortuna le donne sono un argomento talmente vasto e complesso da rendere, se ben giostrato, qualsiasi storia sempre degna di essere letta.

Ed infatti la mancanza di originalità del tema portante viene compensata dalla sfaccettature che la Heldt riesce a dare delle tre protagoniste.

Ed altra piccola confessione: con grande maestria riesce a rendere egualmente insopportabili tutte e tre. Ed è la prima volta che mi capita.

Abbiamo la donna ricca e insoddisfatta senza motivo (Doris), la donna in carriera dedita al culto della bellezza e completamente vuota (Katja) e poi la brillante del gruppo che ha fallito nella vita ed è diventata acida e disilluso (Anke).

In un susseguirsi di cliche vi ritroverete a prevedere quello che faranno ed a compatirle.

Ma allora perchè leggere questo libro? Perché alla fine vi ritroverete ad apprezzare voi stesse ed a pensare che non siete come loro. Ed è un gran bene.

Il finale forzatamente positivo ed inverosimile  è in linea con l’andazzo generale.

Io lo vedrei bene come sceneggiatura per un film, dove la storia renderebbe meglio.

Se invece preferite dei ritratti di donna più crudi vi rimando a “La notte di San Valentino” di Elizabeth Wetmore.

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