L’inverno dei leoni

Con L’inverno dei leoni torna Stefani Auci e torna la saga della famiglia Florio dopo l’enorme successo riscosso da I leoni di Sicilia.

Sono passati diversi anni dalla pubblicazione del primo volume ed in molti erano in attesa di questo ritorno.

L’inverno dei leoni : la trama

Il primo volume della saga si concludeva dopo averci accompagnato attraverso la storia delle prime due generazioni dei Florio che, dopo aver abbandonato la Calabria, avevano intrapreso fiorenti commerci in Sicilia e per la precisione a Palermo.

l'inverno dei leoni

La storia si riannoda proprio lì dove l’avevamo lasciata, con Vincenzo Florio che grazie a forza di volontà e spirito di intraprendenza era riuscito ad ampliare la portata degli affari di famiglia.

Giunge ora il tempo di suo figlio Ignazio che con il matrimonio con una nobile palermitana vule elevare la condizione sociale della famiglia Florio. I capitali non comportano necessariamente rispetto, ed è il rispetto che Ignazio vuole per i Florio. Lo ottiene con il matrimonio e non solo. Ignazio, che ha rinunciato alla sua felicità personale per far splendere la famiglia, riesce a portare gli affari oltre i confini della Sicilia ed a rendere i Florio una dlle famiglie più ricche d’Italia.

Sarà con la scomparsa di Ignazio ed il subentro negli affari di suo figlio Ignazziddu, che comincia la parabola discendente della famiglia.

La recensione de L’inverno dei leoni

Il libro è, così come il primo volume, tecnicamente ineccepibile.

Scrittura fluida e scorrevole che rende piacevole la lettura. La ricostruzione storica anche stavolta accurata e meticolosa.

Leggere questo libro (così come il precedente) è un modo per riscoprire la storia d’Italia da una prospettiva diversa (quella del sud). In questo volume vengono evidenziate con perizia quelle sbavature del neo costituito Regno d’Italia che furono la base per la creazione di una frattura così evidente tra l’economia del sud e quella del nord.

Forse è proprio tutta questa precisione, questa documentazione minuziosa che mi hanno impedito, per l’ennesima volta, di leggere il libro con il cuore. Anche questa volta non si è creata alcun tipo di empatia con i personaggi. Ho vissuto con distacco le loro vicende, interessata indubbiamente a quello che accadeva ma come se leggessi un volume di storia e non un romanzo.

Poi nella seconda parte del libro tutto cambia . La ricostruzione storica, seppure presente, lascia spazio ad una maggiore introspezione. Sicuramente in questo l’autrice è stata aiutata dal cambio di registro della storia stessa. L’ultima generazione dei Florio non si è contraddistinta per imprese importanti, e quindi l’aspetto umano era l’unica cosa di cui obbiettivamente si poteva parlare. Anche grazie a personaggi quali donna Franca Florio che è stata una vera e propria icona della sua epoca.

La Auci dimostra grandi doti narrative anche in questo caso ed a maggior ragione mi spiace la scarsa attenzione riservata all’aspetto umano nella prima parte del romanzo (così come in quello precedente). Ma tant’è.

Il libro nel complesso è molto bello e non delude.

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