Olive Kitteridge

Olive Kitteridge è il romanzo che ha regalato la fama mondiale ad Elizabeth Strout quando nel 2009 ha vinto il premio Pulitzer.

Io l’ho letto nell’ormai lontano 2012 e mi sono innamorata della Strout.

In concomitanza dell’uscita di un non atteso seguito di questo romanzo (Olive ancora lei) ho deciso di rileggerlo e colgo l’occasione per scrivere una nuova recensione frutto di una lettura più matura.

Olive Kitteridge: la trama

Olive Kitteridge vive con il marito Henry nella provinciale cittadina di Crosby nel Maine.

Olive è una donna forte e schietta, forse anche troppo per una cittadina così piccola.

Mentre seguiamo il dipanarsi della sua vita familiare tra alti e bassi matrimonali e preccupazioni per il suo unico figlio Christopher, la Strout apre anche delle finestre sulla vita di alcuni abitanti di Crosby. Chi ha perso la voglia di viver, chi la ritrova in un nuovo amore, chi cerca di non andare a fondo nonostante la vita non sia semplice.

olive kitteridge di elizabeth strout

La recensione

Rileggere un libro è sempre un esperienza particolare.

Confesso di avere la memoria davvero corta e dimenticare nel giro di pochissimo tempo i dettagli delle trame. Quello che di solito conservo sono le sensazioni che il libro mi ha regalato e le riflessioni che dalla lettura sono scaturite.

Leggendo le mie recensioni vi sarete sicuramente resi conto che i libri per me costituiscono sempre l’occasione per riflettere sull’animo umano. E purtroppo le considerazioni non sono quasi mai positive.

Della trama di Olive Kitteridge non ricordavo praticamente nulla. Quindi la mia lettura non è stata condzionata dalla conoscenza di quello che sarebbe avvenuto.

Avevo però ben chiare le sensazioni suscitate in me dal primo approccio risalente a quasi dieci anni fa. Era stato il mondo che la circondava a colpirmi. La piccole storie dei dolori degli abitanti di Crosby.

Non che questa volta le loro vicende mi siano state indifferenti. Ma le ho trovate un corollario rispetto alla imponente e difficilmente gestibile figura della stessa Olive.

Questa donna mossa da sentimenti forti ma chiaramente incapace di rivolgermi correttemente verso il prossimo. La sua forza travolgente e la sua schiettezza sono un mix letale a causa della sua sorprendente mancanza di empatia.

Non che Olive non sia in grado di nutrire buoni sentimenti e compiere gesti altruistici. Ma le manca nelle sue relazioni personali più strette (marito e figlio) quella capacità di immedesimarsi nel prossimo, di capire come ogni persona viva in maniera diversa i propri sentimenti. E questo nella vita ti rende incapace di entrare davvero in contatto con un altra persona e stabilire una relazione sana.

PEr chi legge quindi li libro diventa l’occasione per comprendere che non sempre chi ci sembra arido ed egoista è una persona cattiva. Consapevolezza che aiuta tutti a vivere meglio, non trovate?

Se vi piace Olive Kitteridge vi consiglio di leggere anche: I provinciali, Il seggio vacante, Il transito di venere.

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