Quello che non sai

La mia ultima lettura: Quello che non sai di Susy Galluzzo.

Se io sono un ex avvocato pentito, Susy Galluzzo è un avvocato che ha percorso parallelamente alla carriera forense quella della scrittrice. E devo dire in modo egregio.

Quello che non sai: la trama

La protagonista, Michela, è essenzialmente una mamma. Ha trascorso gli ultimi tredici anni della sua vita dedicandosi anima e corpo a sua figlia Ilaria.

Michela ha in parte dimenticato chi era (un promettente cardiochirugo) a causa di un “incidente” che ha stroncato la sua carriera.

quello che non sai susy galluzzo

La vita con Ilaria però è molto difficile perchè Ilaria ha mille manie ossessivo compulsive da assencodare. Di nessun aiuto è Aurelio, il marito, completamente assorbito dal suo lavoro.

Questa la situazione quando prende il via il romanzo, che ci racconta come l’equilibrio precario di Michela vada in frantumi.

La recensione

Un romanzo bellissimo che faccio rientrare nella categoria di quelli che io definisco romanzi “disturbanti”, quei romanzi che ti fanno vivere sulla tua pelle il malato disagio dei suoi protagonisti.

Conosciamo Michela nel momento esatto in cui arriva al punto di rottura, dopo anni passati a reprimere se stessa mortificandosi per espiare il proprio senso di colpa. Non è possibile richiudere il vaso di Pandora una volta scoperchiato e rimettere a dormire i mostri che si sono liberati.

Basta una piccola incrinatura perchè il castello di carte costruito con tenacia da Michela nella sua vita crolli. Questo crollo però non è repentino. Cade un piano alla volta, lentamente, con una metodica distruzione delle false certezze di Michela.

I sentimenti accantonati, i problemi rimossi generano mostri nell’animo umano. Ed inevitabilmente le reazioni disperate sono venate di follia. E verso quella follia precipita il lettore insieme a Michela. Perchè è fin troppo facile ritrovarsi nelle sua paure, immedesimarsi, sentire la disperazione che ci alita sul collo dietro la porta.

Leggere questo libro è un vero e proprio viaggio attraverso paure che attanagliano ognuno di noi.

Detto questo, una volta vissuta la particolarissima esperienza emotiva che regala la sua lettura, quando il cuore smette di battere e si assimila con la testa quello che si è letto ci si rasserena. Perchè Michela non è altro che vittima di se stessa. La disperazione non è inevitabile. Ognuno di noi ha una forza interiore che gli permette non solo di sopravvivere ma anche di farlo bene. Non è una frase fatta “Volere e potere” soprattutto nella sfera emotiva.

Se rimmarrete affascinati da questo libro vi consiglio poi assolutamente di leggere I giorni dell’abbandono di Elena Ferrante (che non ha certo scritto solo L’amica geniale) che è il libro più “disturbante” in cui mi sia imbattuta sino ad ora.

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