Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

Molti di voi avranno sentito parlare di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno di Benjamin Stevenson perchè il suo lancio in Italia è stato accompagnato da un certo clamore.

Ma non sempre tanto “rumore” è giustificato ma ne parliamo dopo. Andiamo con ordine e partiamo dalla trama.

tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno

Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno: la trama

Ernie Cunningham chiarisce sin dalla prima pagina che questo libro è un giallo e che lui appartiene ad una famiglia in cui tutti i membri hanno ucciso qualcuno.

Ernie si appresta a a partire per un weekend in montagna per prendere parte ad una riunione di famiglia.

Non si tratta però di un festeggiamento. La famiglia Cunningham si riunisce per la prima volta al competo dopo diversi anni. La loro lontananza era stata causata da un evento tragico per colpa del quale Ernie si era visto ostracizzato dagli altri membri.

Per quanto recalcitrante Ernie si vede costretto a prendere parte alla rimpatriata che però non tarderà a diventare una scena del crimine. Ed Ernie sarà coinvolto in prima persona nella risoluzione del mistero.

Recensione

Come vi accennavo all’inizio la pubblicazione in Italia di Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno è stata accompagnata da un certo interesse dei lettori, oltre che spinta parecchio dalla casa editrice.

Diciamocelo il titolo è estremamente accattivante ed in grado di creare subito curiosità. Ragion per cui sono bastate poche righe di elogio per attirare i lettori (me compresa).

Però quando si creano tante aspettative poi basta davvero poco per rimanere delusi. Ed in questo specifico caso le ragioni per rimanere delusi non erano nemmeno così irrilevanti.

Il narratore parla con noi in prima persona nel corso di tutto il libro e questo ha sicuramente reso la lettura se non più interessante quantomeno diversa dal solito.

L’autore poi ha costruito un romanzo “a tavolino”, volendo rispettare quelle che sono le regole classiche seguite ad inizio secolo scorso dai grandi autori di gialli.

Sebbene la bellezza della letteratura sia immutabile bisogna tener conto del confronto con lettori assai più smaliziati di quelli del secolo scorso.

Gli artifizi narrativi a cui al giorno d’oggi ricorrono gli scrittori di gialli sono indispensabili per soddisfare un pubblico moderno che conosce ormai a menadito Dieci piccoli indiani e che la sera cena a pane e Criminal Minds.

Quindi per farla breve il romanzo non è brutto, si tratta di una piacevole lettura. Ma per ud un lettore esperto sembrerà di leggere un romanzo d’appendice.

Se al contrario dovessi consigliarvi dei gialli più stimolanti vi indirizzerei di sicuro verso Il Manoscritto di Franck Thilliez e Tutto quello che volevi di Helen Monks Takhar.

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