L’invenzione della felicità

L’invenzione della felicità di Benedetta Gargano.

Facciamo una premessa. Da quando avevo 16 anni io guardo “Un posto al sole”. Per chi non la conoscesse è una soap opera italiana che va in onda su rai tre dal lontano 1996. In pratica sono cresciuta con i suoi personaggi che sono più o meno gli stessi da allora. Non so più neanche dirci se mi piaccia davvero. Dopo più di vent’anni è diventata un abitudine a cui onestamente non potrei rinunciare. Questo lo dico perchè Benedetta Gargano è una delle autrici della soap. Giuro però che non sono partita con un occhio di riguardo, anche perchè l’ho scoperto quando ormai avevo già letto metà libro e ne ero già stata catturata.

L’invenzione della felicità : la trama

Benedetta è una sceneggiatrice. Lavora nel piccolo appartamento in cui vive con il marito.

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Benedetta è legata moltissimo a sua nonna, forse più che ai suoi stessi genitori. Per questo motivo di fronte alla prospettiva di vedere la sua nonnima novantasettenne rinchiusa in una casa di cura, Benedetta decide di accoglierla in casa e regalarle degli ultimi anni di vita felici.

Non voglio svelarvi altro della trama, che si basa comunque principalmente su emozioni più che su fatti salienti.

La recensione

La scrittura della Gargano è molto leggera e piacevole, scadenzata da irresistibili note comiche.

Questo potrebbe portare il lettore superficiale ad archiviare il romanzo con la leggerezza che, da un punto di vista esclusivamente narrativo, lo contraddistingue.

La sua grandissima forza invece è insita proprio nel fatto che , con leggerezza, questo libro trasmette una grandissima sensazione di amore.

Quell’amore positivo che quando circonda le persone è in grado di renderle migliori.

Quella sicurezza e quella pace che si trovano solo quando si è circondati da amore vero, che ci protegge in parte dalle brutture del mondo e che costituisce un porto sicuro in cui tornare ogni volta che il mondo ci delude.

Alla fine del libro ho pianto. Tenete conto che si contano sulla punta delle dita le volte in cui mi sono commossa in vita mia.

Inutile aggiungere che quindi è una lettura straconsigliata per la vostra estate (il cuore così l’ho lasciato con la saga de “La famiglia Aubrey“).

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